Storico contemporaneo
03/07/2013

Le ville della Conca d´Oro rievocano i fasti e le suggestioni dell´aristocrazia palermitana descritte da Tomasi di Lampedusa nel celebre Gattopardo. Villa Di Liberto ne è una testimonianza riqualificata in chiave contemporanea. Eretta nel XVIII secolo quale residenza nobiliare estiva, Villa Di Liberto sorge accanto a un’antica chiesa oggi sconsacrata direttamente collegata alla dimora.
La scala esterna che porta al primo piano (foto ©Giacomo Giannini)
Dopo un lungo periodo di silenzio, la residenza rivive ora di luce nuova grazie alla lungimirante visione di una committenza che ha compreso le potenzialità di una riqualificazione e valorizzazione contestualizzata in chiave contemporanea. L’architetto Giuseppe Di Prima ha inteso quindi porre il confronto con la storia al centro di un progetto astratto, capace di inserire le tante memorie - spaziali, costruttive e decorative - entro un linguaggio contemporaneo.
La zona notte, protetta da una quinta in acciaio e pannell in gesso con finitura bordeaux a mezzo stucco e aperta sul bagno-alcova, ha conservato le decorazioni originali (foto ©Giacomo Giannini)
La villa, cui si accede attraverso un passaggio nell´originario agrumeto, conserva intatto l´impianto planimetrico originale: al piano terra gli spazi ufficio-studio e, nel luogo della chiesa, il grande vano destinato a eventi culturali; al piano superiore, accessibile da una scala esterna, l´abitazione, in cui si viene accolti da un “cannocchiale prospettico”, citazione della sequenza delle antiche stanze, e dove una passerella vetrata aperta sul piccolo patio interno collega ingresso e zona pranzo, rendendo la luce naturale protagonista degli spazi.
Vista dello studio a piano terra (foto ©Giacomo Giannini)
Ai lati di questo percorso si dispiegano gli altri ambienti che, forzati in origine dentro maglie regolari e simmetriche, acquistano nuova dinamicità grazie ad accorgimenti compositivi e soluzioni di continuità tra preesistenze e nuovi equipaggiamenti funzionali. Forte della convinzione che il meno vinca sempre, Di Prima ha lasciato il più possibile libere le strutture e fluidi i passaggi, sottraendo materia per sottolineare stratificazioni e frammenti significativi, evitando la ricostruzione stilistica.
Il living al primo piano, conclusione del "cannocchiale" d´ingresso e aperto su un piccolo giardino d´inverno (foto ©Giacomo Giannini)
L´intero piano nobile è rivestito da un manto bianco di marmo di Carrara il cui disegno a grandi lastre accoglie le preesistenze e delinea le trasformazioni apportate, dalla scala metallica a nastro percorsa da un corrimano alla quinta bordeaux con intelaiatura in ferro che funge da continuum tra la zona soggiorno e il vano letto, fino all´alcova affrescata che cela la sala da bagno. In cucina, un sistema di pareti blu notte ha il compito di mediare con lo spazio la lineare modernità delle tecnologie e degli arredi in acciaio inox.
La scala metallica interna (foto ©Giacomo Giannini)
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